CCNL Colf (Federproprietà): sottoscritto il rinnovo contrattuale

Importanti novità per il personale di comparto

In data 4 maggio 2023, è stato sottoscritto a Roma, tra la Federproprietà, Uppi (Unione Piccoli Proprietari Immobiliari), Confappi (Confederazione Piccola Proprietà Immobiliare), Feder.Casa (Sindacato Nazionale Inquilini),Confimpreseitalia (Confederazione Sindacale Datoriale delle Piccole e Medie imprese), Unicolf (Unione Nazionale Colf e Badanti), Italpmi (Federazione delle Piccole e Medie Imprese) e Fesica Confsal (Federazione Nazionale Sindacati Industria Commercio ed Artigianato), con l’assistenza della Confsal, il rinnovo del CCNL Colf (Federprorietà), su cui è ammessa la contrattazione di secondo livello in sede territoriale, applicato ai lavoratori addetti al funzionamento ed alle necessità della vita familiare, rientrando in questa categoria, anche coloro che prestano attività presso comunità religiose, caserme, comandi militari e comunità senza fini di lucro come orfanotrofi e ricoveri per anziani.
Tra le novità, si riportano di seguito gli inquadramenti lavorativi:
– Prima Categoria Super, euro 1.482,94;
– Prima Categoria, euro 1.419,60;
– Seconda Categoria Super, euro 1.083,26;
– Seconda Categoria, euro 1.039,58;
– Terza Categoria, euro 939,12;
– Quarta Categoria, euro 859,81.
Per quel che concerne le prestazioni discontinue di assistenza notturna, è prevista una maggiorazione pari al 20%. Invece per le prestazioni esclusivamente d’attesa, il contratto prevede una categoria unica con la retribuzione di euro 680,00.
In ogni caso, preme sottolineare, che la trattativa tra le Parti prima del rinnovo, è risultata sempre lineare, poiché la condivisione di obiettivi relativamente alla nuova sottoscrizione, appare sempre comune.
Difatti, ciò che le Parti hanno cercato di curare, è di rispondere alle esigenze dei lavoratori e lavoratrici del settore. Quello a cui auspicano poiché in programma, è di istituire forme di previdenza integrativa per i lavoratori a tempo indeterminato e determinato, promosse poi da Ebilcoba, l’Ente Bilaterale che si occuperà di stipulare una ottimale convenzione con una compagnia assicurativa.
In conclusione, le Organizzazioni Sindacali hanno ipotizzato anche che la stessa parte versata dal lavoratore dovrà esser versata dal datore di lavoro a titolo di welfare.

CCNL Cooperative sociali: incontro tra le OO.SS. e le Centrali Cooperative per il rinnovo del contratto

Continua il confronto tra le Parti Sociali sul campo di applicazione del contratto e sulla classificazione del personale 

Mercoledì 3 maggio nella sede di ConfCooperative a Roma è proseguito il confronto tra le organizzazioni sindacali e le Centrali Cooperative sul rinnovo del contratto applicabile alle lavoratrici ed ai lavoratori delle cooperative del settore Socio-Sanitario-Assistenziale-Educativo e di Inserimento Lavorativo – Cooperative Sociali, scaduto il 31 dicembre 2019.
Le Parti Sociali, sin dall’inizio delle trattative, hanno posto l’attenzione sul campo di applicazione del contratto, per il quale si inizia finalmente a delineare una possibile mediazione. Hanno convenuto altresì di sospendere il tema per poi riprenderlo a valle della discussione sui lavori delle tre commissioni tecniche relative all’aggiornamento della classificazione del personale, al fine di analizzare le risultanze prodotte dalla prima commissione relativa all’area tematica istruzione e formazione.
L’incontro della scorsa settimana, affermano le OO.SS., ha da subito evidenziato le diverse sensibilità e posizioni presenti al tavolo, relativamente al corretto inquadramento dei profili impiegati nei servizi del sistema integrato 0-6, a quelle legate alle ore non frontali di lavoro e più in generale al calendario scolastico.
La discussione sia in ordine alla parte normativa che a quella economica è stata poi rinviata ai prossimi incontri.
I sindacati hanno infine condiviso con le Centrali l’esigenza di intensificare l’agenda dei lavori con l’obiettivo di arrivare in tempi celeri al rinnovo contrattuale scaduto da 3 anni.

L’equo compenso per i professionisti è legge

Pubblicate in gazzetta le nuove disposizioni in materia di giusta retribuzione delle prestazioni per figure iscritte o meno agli Ordini che entreranno in vigore dal 20 maggio 2023 (Legge 21 aprile 2023, n. 49).

 Le norme sull’equo compenso delle prestazione professionali sono divenute legge con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 5 maggio 2023. La Legge n. 49/2023 si occupa in particolare della corresponsione di un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale degli avvocati, dei professionisti iscritti agli ordini e collegi e anche delle figure non iscritte a ordini.

Dal 20 maggio 2023, data di entrata in vigore della legge, le norme in questione si applicheranno ai rapporti professionali aventi ad oggetto la prestazione d’opera intellettuale regolati da convenzioni aventi ad oggetto lo svolgimento, anche in forma associata o societaria, delle attività professionali svolte in favore di imprese bancarie e assicurative e delle società controllate, delle loro mandatarie e delle imprese che nell’anno precedente al conferimento dell’incarico hanno occupato alle proprie dipendenze più di 50 lavoratori o hanno presentato ricavi annui superiori a 10 milioni di euro e anche della pubblica amministrazione.

Annullamento delle clausole che prevedono un compenso non equo

La Legge n. 49/2023 prevede, di conseguenza, la nullità delle clausole contrattuali che non prevedono un compenso equo e proporzionato all’opera prestata, tenendo conto a tale fine anche dei costi sostenuti dal prestatore d’opera: si tratta, in particolare, delle pattuizioni di un compenso inferiore agli importi stabiliti dai parametri per la liquidazione dei compensi dei professionisti iscritti agli ordini o ai collegi professionali, fissati con decreto ministeriale o ai parametri determinati con decreto del Ministro della giustizia.

Gli accordi vessatori, pertanto, possono essere impugnati dal professionista dinanzi al giudice competente che procederà alla rideterminazione secondo i parametri sopra citati, condannando eventualmente il cliente al pagamento della differenza e se del caso anche di un indennizzo che può arrivare fino al doppio della differenza in oggetto.

Disciplina del compenso equo

Gli accordi preparatori o definitivi, vincolanti per il professionista, vengono presunti unilateralmente predisposti dalle imprese, salvo prova contraria.  La prescrizione del diritto al pagamento dell’onorario decorre dal momento in cui, per qualsiasi causa, cessa il rapporto con l’impresa. 

Parere di conguità degli ordini

Il parere di congruità emesso dall’ordine o dal collegio professionale sul compenso o sugli onorari richiesti dal professionista può costituire titolo esecutivo, anche per tutte le spese sostenute e documentate, se il debitore non propone opposizione innanzi all’autorità giudiziaria. 

L’Azione di classe

Infine, una delle novità più rilevanti della normativa sull’equo compenso riguarda la possibilità di ricorrere all’azione di classe per tutelare i diritti individuali omogenei dei professionisti. Peraltro, l’azione di classe può essere proposta dal Consiglio nazionale dell’ordine al quale sono iscritti i professionisti interessati o dalle associazioni maggiormente rappresentative.

 

 

CCNL Penne, spazzole e pennelli: siglata l’Ipotesi di Accordo sul rinnovo contrattuale

Nuove proposte per la parte economica e per la parte normativa contrattuale

Nei giorni scorsi, le Organizzazioni Sindacali Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil con i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Produttori Articoli per Scrittura e Affini (Assoscrittura), l’Associazione Nazionale Produttori Spazzole, Pennelli, Scope e Preparatori relative materie prime (Assospazzole), entrambe iscritte a Confindustria, hanno siglato l’Ipotesi di Accordo relativa al rinnovo del CCNL Settore penne, spazzole e pennelli, scaduto il 31 dicembre 2022 e con vigenza triennale. Tale Ipotesi verrà poi sottoposta alle assemblee dei lavoratori per l’approvazione definitiva.
Di seguito le importanti novità.
Parte economica
Previsto un aumento complessivo (Tec) nel triennio 2023-2025 di euro 173,00.
Circa i minimi (Tem), l’aumento del salario sarà pari ad euro 160,00, per il Livello 3°S, ed erogati in 3 tranche:
60,00 euro da maggio 2023;
50,00 euro da maggio 2024;
50,00 euro da giugno 2025.
Il montante complessivo corrisponderà invece a circa 3.600,00 euro.
Welfare contrattuale
Per ciò che concerne il welfare contrattuale, è previsto un incremento dello 0,3% del contributo per la previdenza complementare a carico delle Aziende, l’incremento di euro 15,00 del contributo al Fondo Sanitario Integrativo Sanimoda ed euro 2,00 mensili per l’assicurazione per la non autosufficienza.
Elemento perequativo
L’elemento perequativo, ammontare annuale corrisposto ai lavoratori dalle Aziende che non attuano la contrattazione di secondo livello, vedrà un aumento, passando da euro 300,00 euro ad euro 330,00.
Al Livello 1° di inquadramento è previsto un incremento pari ad euro 281,00 nei tre anni, al fine di ridurre l’attuale differenza salariale con il secondo livello.
Parte normativa
In materia di conciliazione tempi vita-lavoro viene aumenta al 12% la percentuale di domande per il lavoro part-time in caso di rientro da congedi di maternità/paternità e per esigenze di cura dei figli.
Altresì, viene introdotto il diritto a permessi per i periodi di inserimento dei figli presso asili nido e scuole dell’infanzia. Previsto è anche il diritto a periodi di aspettativa in caso di terapie di fecondazione assistita. Aumentato da 15 a 18 mesi il periodo di conservazione del posto di lavoro nei casi di gravi patologie.
Per quel che riguarda il lavoro supplementare, viene incrementata la percentuale di maggiorazione al 26%, nonché la percentuale di maggiorazione in caso di clausole elastiche al 18%.
Banca ore solidale
Per tale istituto sono previste delle linee guida per la sua attivazione a tutela di comprovati e documentati casi di gravità e necessità.
Congedi
Viene altresì recepita la normativa in materia di congedi di paternità obbligatoria ed utilizzo dei permessi relativi alla L. n. 104/92, su base oraria.
Pari opportunità
Si provvede ad un’implementazione dell’articolo concernenti le azioni positive per le pari opportunità con, come obiettivo, l’attivazione congiunta di politiche e misure concrete atte a ridurre il divario di genere.

 

CdM: decreto-legge formalizza la proroga della rottamazione quater

Il CdM, in data 4 maggio 2023, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici e società, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale, nel quale è anche ufficializzata la proroga di due mesi per l’invio delle domande della rottamazione quater (Consiglio dei ministri, comunicato 4 maggio 2023, n. 33).

Il decreto-legge approvato in data 4 maggio 2023 dal CdM contiene norme che mirano al riordino della disciplina in materia di amministrazione degli enti pubblici previdenziali, delle fondazioni lirico sinfoniche e delle società quotate, intervenendo inoltre in materia di termini legislativi in scadenza nel settore sanitario, in quello fiscale, nell’artigianato e in relazione alla concessione del titolo onorifico a favore delle vittime delle foibe.

In particolare, in materia di fisco, con riferimento alla definizione agevolata dei carichi affidati agli agenti della riscossione, è previsto che il pagamento dei debiti risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022 possa essere effettuato:

– in unica soluzione non più entro il 31 luglio 2023, ma entro il 31 ottobre 2023;

– nel numero massimo di diciotto rate, la prima e la seconda delle quali, ciascuna di importo pari al 10% delle somme complessivamente dovute ai fini della definizione, con scadenza rispettivamente il 31 ottobre (invece che il 31 luglio) e il 30 novembre 2023 e le restanti, di pari ammontare, con scadenza il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2024. In questo caso, optando per il pagamento rateale, sono dovuti gli interessi al tasso del 2% annuo, a decorrere dal 1° novembre 2023 e non più dal 1° agosto 2023.

 

Il decreto ufficializza lo slittamento del termine per la manifestazione della volontà di procedere alla definizione, ora possibile entro il 30 giugno 2023 e non più entro il 30 aprile 2023, con possibilità di integrazione entro la stessa data.

Dal decreto risulta prorogato anche il termine per la comunicazione da parte dell’agente della riscossione delle somme dovute, che potrà avvenire entro il 30 settembre 2023 e non più entro il 30 giugno e la data alla quale le dilazioni sospese saranno automaticamente revocate, che passa dal 31 luglio al 31 ottobre 2023.

Inoltre, viene posticipato al periodo di imposta 2023 (modelli di dichiarazioni 2024) l’invio telematico delle schede relative all’8, al 5 e al 2 per mille, con il mantenimento delle modalità di trasmissione cartacea per il periodo d’imposta 2022.

Il CdM ha infine sancito che le elezioni del Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria vengano indette entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore della Legge di conversione del decreto e che le stesse si svolgano entro il 30 settembre 2023.

Artigiani e commercianti: in arrivo gli avvisi bonari

Per i lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni degli artigiani e commercianti saranno a disposizione, nel Cassetto Previdenziale INPS, gli avvisi bonari riguardanti la contribuzione fissa con scadenza febbraio, maggio, agosto e novembre 2022 nonché febbraio 2023 (INPS, messaggio 4 maggio 2023, n. 1619).

L’INPS rende noto che sono in corso le elaborazioni per l’emissione degli avvisi bonari relativi alle rate riguardanti la contribuzione fissa con scadenza febbraio, maggio, agosto e novembre 2022 nonché febbraio 2023 per i lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni degli artigiani e commercianti.

 

I soggetti interessati possono reperire i suddetti avvisi seguendo il percorso: “Cassetto Previdenziale per Artigiani e Commercianti” > “Posizione Assicurativa” > “Avvisi Bonari”.

 

L’Istituto, inoltre, invierà una e-mail di alert ai titolari della posizione contributiva e ai loro intermediari che abbiano fornito, tramite il Cassetto previdenziale, il proprio indirizzo di posta elettronica.

 

Qualora l’iscritto avesse già effettuato il pagamento, lo potrà comunicare utilizzando l’apposito servizio presente sul “Cassetto Previdenziale per Artigiani e Commercianti” > Sezione “Comunicazione bidirezionale” > “Comunicazioni” > “Invio quietanza di versamento”.

 

In caso di mancato pagamento, l’importo dovuto verrà richiesto tramite avviso di addebito con valore di titolo esecutivo.

Ebinter Treviso: maxi pacchetto di aiuti per i dipendenti del terziario

Caro bollette, famiglia, formazione e salute tra gli interventi 

L’Ente Bilaterale del Terziario di Treviso ha previsto una serie di interventi per l’anno in corso definiti in aiuti, sostegni alla maternità e paternità, alla cura, alla formazione, al sostegno al reddito e al welfare.
Destinatari sono i dipendenti di aziende del terziario associate in regola con l’iscrizione (da almeno 6 mesi). Non sono richiesti l’Isee o altre certificazioni e non vi è limite di reddito. Si può accedere dall’area riservato del sito: www.ebicom.it o tramite gli sportelli welfare presso le Organizzazioni sindacali di categoria, Filcams- Cgil, Fisascat-Cisl e UiltuCS-Uil.
Figli, maternità e paternità
Previsti 2.000 euro per le aziende che confermano il lavoratore sostituto al rientro della dipendente dal congedo obbligatorio per maternità e 500,00 euro al mese, per un massimo di 3 mesi, di contributo per la sostituzione delle lavoratrici o dei lavoratori in congedo per maternità o paternità.
Stabiliti 1.500 euro annui per i lavoratori con figli disabili relativamente a spese connesse alla disabilità non rimborsabili dal SSN.
Scuola, formazione e salute
Previsti per i figli di dipendenti:
200,00 euro all’anno per figlio al nido;
– da 150,00 a 250,00 euro (con scaglioni progressivi) per contributi di testi scolastici o abbonamenti trasporti pubblici per figli a medie e superiori;
300,00 euro all’anno per figlio per rimborso tasse universitarie.
Stabilito un contributo di 500,00 euro per i lavoratori studenti che frequentano l’Università.
Previsto un contributo per l’attività sportiva relativa a abbonamenti a società sportive affiliate Coni o altre Federazioni nazionali o regionali:
100,00 euro all’anno per il lavoratore;
200,00 euro all’anno per ciascun figlio a carico.
Rimane il contributo malattia per il superamento del periodo di comporto pari a 20,00 euro lordi giornalieri per 6 giorni settimanali per un massimo di 90 giorni all’anno.
Caro Bollette
Per i lavoratori con Isee 2023 inferiore a 24.000 euro previsto un bonus per rimborso delle bollette di energia elettrica e gas fino ad un massimo di 200,00 euro.

 

CCNL Autostrade: stabiliti gli importi del premio di risultato 



L’importo del Premio verrà erogato in un’unica tranche nelle competenze di maggio 2023


Il 18 aprile 2023 la Direzione Autostrade per l’Italia e le OO.SS. Nazionali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Sla-Cisal e Ugl Viabilità, si sono incontrate per valutare l’andamento degli indicatori e misurare la loro incidenza, al fine di stabilire l’importo del premio di produttività per l’anno di erogazione 2023, riferito ai risultati raggiunti nel 2022, così come stabilito nel verbale di accordo del 15 aprile 2021. 
I valori stabiliti dalle Parti portano ad un risultato complessivo del premio pari a 2.184,00 euro per un livello C, riparametrato poi per gli altri livelli. L’importo del Premio verrà erogato in un’unica tranche, a seguito dell’approvazione del bilancio da parte dell’assemblea dei soci di Aspi, nelle competenze di maggio 2023. Per la detassazione e decontribuzione degli importi erogati, quest’ultimi sono variabili e collegati ad incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione. 
Nell’incontro è stato altresì presentato il nuovo portale welfare e le Parti Sociali hanno confermato i precedenti accordi in materia di conversione del premio.

































Parametri Livello Importo 
235 A 3.467,84
210 A1 3.098,92
185 B 2.730,00
169 B1 2,493,89
148 C 2.184,00
135 C1 1.992,16
100 D 1.475,68

 

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Lavoro

Il provvedimento interviene, tra l’altro, sulla riduzione del cuneo fiscale, sui contratti a termine e introduce varie misure di inclusione sociale e lavorativa (D.L n. 48/2023).

Il D.L. n. 48/2023, cosiddetto Decreto Lavoro, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 5 maggio 2023 ed entra in vigore nello stesso giorno. Il provvedimento introduce, tra l’altro, misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo dell’occupazione, intervenendo innanzitutto sul cosiddetto “cuneo fiscale“, per la parte contributiva, nei confronti dei lavoratori dipendenti con redditi fino a 35.000 euro lordi annui. 

Riduzione del cuneo e fringe benefit

In particolare, il Decreto Lavoro incrementa di 4 punti percentuali, l’esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico dei lavoratori dipendenti per i periodi di paga dal 1° luglio al 31 dicembre 2023, con esclusione della tredicesima. L’esenzione è innalzata pertanto dal 2 al 6% e fino al 7% se la retribuzione imponibile non eccede l’importo mensile di 1.923 euro. Viene inoltre confermato l’incremento della soglia dei fringe benefit a 3.000 euro per il 2023, esclusivamente per i lavoratori dipendenti con figli a carico. Si tratta dei beni ceduti e  dei servizi prestati dai datori di lavoro ai dipendenti con figli, compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti, i figli adottivi o affidati. Nei Fringe benefit sono incluse anche le somme erogate o rimborsate ai lavoratori dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale.

Prevista anche una estensione ai genitori vedovi della maggiorazione dell’assegno unico prevista per i nuclei familiari in cui entrambi i genitori siano occupati.

Modificate le causali per i contratti a termine

Viene modificata la disciplina del contratto di lavoro a tempo determinato, variando le causali che possono essere indicate nei contratti di durata compresa tra i 12 e i 24 mesi (comprese le proroghe e i rinnovi), per consentire un uso più flessibile di tale tipologia contrattuale, mantenendo comunque fermo il rispetto della direttiva europea sulla prevenzione degli abusi.

Contrasto alla povertà e accesso al lavoro

Introdotta dal 2023 una misura nazionale di contrasto alla povertà che consiste in una integrazione al reddito in favore dei nuclei familiari che comprendano una persona con disabilità, un minorenne o un ultra-sessantenne di importo non inferiore a 480 euro all’anno esenti dall’IRPEF. Il beneficio verrà erogato dall’INPS.

Le persone in grado di lavorare con una età compresa tra i 18 e i 59 anni  decadranno dal beneficio nel caso di rifiuto di una offerta di lavoro a tempo pieno o parziale a determinate condizioni. I datori di lavoro privati che intendano assumere i beneficiari della misura in questione potranno fruire di incentivi nella forma di un esonero contributivo. 

Ai soggetti di età compresa fra i 18 e 59 anni in condizioni di povertà assoluta, facenti parte di nuclei familiari privi dei requisiti per accedere al sostegno al reddito e ai componenti di nuclei che invece lo percepiscono e che non siano calcolati nella scala di equivalenza, è riconosciuto un diverso contributo, volto a sostenere il percorso di inserimento lavorativo, anche attraverso la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive. 

Per favorire l’occupazione giovanile sono previsti incentivi pari al 60% della retribuzione per un periodo di 12 mesi, a favore dei datori di lavoro che assumono giovani sotto i 30 anni di età, non inseriti in programmi formativi e registrati nel PON “Iniziativa Occupazione Giovani”. L’incentivo è cumulabile con l’esonero contributivo nella misura del 100%, per un periodo massimo di 36 mesi, e con altri incentivi previsti dalla legislazione vigente. 

 

 

 

Cause di esclusione dal regime forfettario: i chiarimenti dell’Agenzia

L’Agenzia delle entrate, con risposta 3 maggio 2023, n. 311, fornisce chiarimenti in merito al regime forfetario, di cui all’articolo 1, commi 54 e ss., della Legge  n. 190/2014 e in particolare su una causa di esclusione da tale regime.

A presentare l’istanza di interpello è un contribuente, residente in un paese dell’Ue, che desidera avere chiarimenti in merito alla sussistenza dei requisiti per l’inizio di un’attività con partita iva individuale con accesso al nuovo regime forfettario agevolato e capire se il percepimento della pensione di vecchiaia in qualità di ex dipendente della Commissione Europea costituisca una causa ostativa per l’accesso al suddetto regime fiscale.

Preliminarmente l’Agenzia delle entrate fa riferimento alla Legge n. 190/2014, all’articolo 1, commi da 54 a 89, che ha introdotto un regime fiscale agevolato (regime dei forfetari) rivolto ai contribuenti persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni in possesso di determinati requisiti.  All’articolo 1, comma 57, lettera d-ter), della suddetta Legge n. 190/2014, è previsto, in particolare, che non possono avvalersi del regime dei forfetari i soggetti che nell’anno precedente hanno percepito redditi di lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, di cui rispettivamente agli articoli 49 e 50 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al D.P.R. n. 917/1986, eccedenti l’importo di 30.000 euro, soglia irrilevante a rapporto di lavoro cessato.

In risposta al quesito dell’istante, l’Agenzia delle entrate richiama la circolare del 4 aprile 2016, n. 10/E, nella quale viene chiarito che tale limite, con decorrenza 1° gennaio 2016, dalla Legge di stabilità del 2016, non opera se il rapporto di lavoro dipendente è cessato nel corso dell’anno precedente, sempre che nel medesimo anno non sia stato percepito un reddito di pensione che, in quanto assimilato al reddito di lavoro dipendente, assume rilievo, anche autonomo, ai fini del raggiungimento della citata soglia. Il citato limite rileva, invece, nell’ipotesi in cui, nello stesso anno, il contribuente abbia cessato il rapporto di lavoro dipendente ma ne abbia intrapreso uno nuovo, ancora in essere al 31 dicembre. Ciò in coerenza con la ratio della disposizione, che ha il fine di incoraggiare il lavoratore rimasto senza impiego e senza trattamento pensionistico mediante la concessione di agevolazioni fiscali. Infine la circolare evidenzia che ai fini della non applicabilità di tale causa di esclusione rilevano solo le cessazioni del rapporto di lavoro intervenute nell’anno precedente a quello di applicazione del regime forfetario.

Alla luce dei chiarimenti forniti dalla richiamata circolare n. 10/E, l’Agenzia delle entrate ritiene pertanto che la previsione della citata lettera d-ter) escluda dalla fruizione del regime forfettario i titolari di redditi di lavoro dipendente e assimilati di cui agli articoli 49 e 50 del TUIR, ossia, i titolari di detti redditi a prescindere dalla loro l’esistenza di simili redditi e il loro ammontare. Considerato il richiamo alla soglia di euro 30.000 nella citata lettera d-ter), quello che rileva ai fini dell’applicazione di tale causa di esclusione è, dunque, l’esistenza di simili redditi e il loro ammontare.

Nel caso di specie, perciò, l’Agenzia esclude la possibilità di accesso al regime dei forfetari per un soggetto che percepisce una pensione di vecchiaia che, in assenza di indicazioni contrarie da parte del contribuente, deve ritenersi astrattamente riconducibile tra i redditi di lavoro dipendente di cui all’articolo 49, comma 2, lettera a), del TUIR, eccedente i 30.000 euro, ancorché questa sia esente da imposte in Italia per effetto delle disposizioni del Protocollo n. 7 allegato al TFUE.